copertina goria cura di Matteo Baragli | Edizioni ISGREC | Grosseto 2009

Quel che si è scelto di rendere pubblico con questo piccolo libro e la digitalizzazione di poche immagini non è che un limitatissimo assaggio di quel che potrà  emergere da una piena valorizzazione dell’Archivio Gori, fotografi a Grosseto per più di mezzo secolo. E tuttavia, anche il primo ingresso tra negativi e positivi, carte e oggetti, che all’origine di questo lavoro, è bastato a comprendere la ricchezza da un lato, dall’altro la singolarità di questo fondo archivistico. E a rafforzare il convincimento da cui si è partiti: quel che ha prodotto e ci resta della lunga attività  dello studio fotografico è uno dei beni culturali contemporanei di questa città e del territorio. Il fine è dimostrarlo, andando oltre l’uso che nel tempo è stato fatto di immagini, attraverso qualche pubblicazione e la digitalizzazione di quasi 2500 foto, realizzata oltre dieci anni or sono grazie alla collaborazione tra la famiglia Gori e il Comune di Grosseto, visibili in rete nel sito web della Biblioteca Chelliana è un campione minimo rispetto al numero di scatti conservati. Il passo successivo, rispetto a queste prime, parziali forme di emersione, richiede che si cominci a trattare l’archivio Gori come un giacimento che ha bisogno, per essere compreso, di essere analizzato nella sua interezza

La complessità  che rivela richiederà  sguardi diversi, l’occhio dell’esperto di fotografi a e quello dello storico, per contestualizzare e inscrivere sia nella storia della fotografi a che in quella della società, e con un esito che non rimarrà solo quale contributo alla cultura locale.

Quel che scrive nelle pagine che seguono Matteo Baragli già  ne restituisce la singolarità, mentre ne mostra il valore paradigmatico.