Il documentario “La nostra storia e la storia degli altri. Viaggio intorno al Confine Orientale”
Il dibattito sul valore dei luoghi della memoria,
sulla presenza di segni materiali di alcuni tra gli eventi che hanno
segnato la nostra storia, sul significato dell’oblio che ne ha coperti
altri coinvolge gli storici, ma non è estraneo alle ragioni dell’uso
pubblico della storia, alla costruzione di una narrazione pubblica
della storia nazionale. Il viaggio di studio
compiuto dai 14 insegnanti ha aggiunto allo studio un’esperienza utile
a riflettere sul nesso storia-memoria e sul rapporto passato-presente,
attraverso la verifica di quanta e quale memoria è stata fissata nel
tempo nelle zone del Confine Orientale. Accanto a luoghi di alto valore
simbolico riconosciuto – la Risiera
di San Sabba e la Foiba
di Basovizza – un esempio di negazione della memoria, come il
campo di concentramento di Gonars. Nel documentario, realizzato
dall’ISGREC (regia di Luigi Zannetti), sono riportate anche immagini
e voci di storici e testimoni: le lezioni, a Trieste, di Bruno Visintin
e di Marco Coslovich; a Lubiana, l’incontro con due storiche, Marta
Verginella, italiana, ma docente del Dipartimento di storia di quella
Università, Nevenhka Troha, studiosa slovena dell’Istituto di studi
di Storici. Nella visita ad Albona
e al sito in cui sorgeva il campo
profughi di Padriciano, ora musealizzato, i testimoni hanno consegnato
forme diverse di elaborazione di un vissuto di perdite e sofferenza.
Si è scelto il linguaggio filmico per trarre da quest’esperienza uno
strumento didattico, ritenendo che ne possa ben sintetizzare e trasmettere
i significati essenziali, ma che sia anche un mezzo appropriato ad
alimentare ulteriori domande. Nel titolo, La nostra storia e la storia
degli altri, c’ è il suggerimento di cercare, oltre la visione unilaterale
della “storia nazionale”, il punto di vista dell’altro.