Introduzione
Nella primavera del 1946 le italiane hanno votato nella prima tornata
di consultazioni amministrative, ma sono le elezioni del 2 giugno del
1946 ad essersi impresse nella memoria collettiva come un evento storico:
quasi 13 milioni di donne, ora pienamente cittadine, hanno votato per
eleggere l'Assemblea costituente e hanno scelto tra Monarchia e Repubblica.
Tredici donne hanno già partecipato a un altro importante organismo,
la Consulta Nazionale, composta da 430 esponenti dell'antifascismo nominati
dai partiti politici. Tra loro 5 future madri costituenti.
Alle elezioni del 2 giugno sono entrate in lista pochissime donne, poco
meno del 7% di tutti i candidati. Sono state elette 21. Poche, quindi,
si sono guadagnate l'onore e l'onere di partecipare attivamente al varo
della nuova Costituzione. Ma chi sono? Quali esperienze hanno alle spalle?
Cosa rappresenta e cosa potrà fare questo 3,7% su un totale di
556 deputati?
Delle 21 madri costituenti, nove sono comuniste; nove democristiane; due
sono socialiste; una è della lista ”Uomo Qualunque”.
La più anziana ha 59 anni; la più giovane 25. Sette madri
costituenti sono nate tra il 1887 e il 1900. Hanno esperienze politiche
e sindacali alle spalle. Molte di loro sono state costrette durante il
fascismo a scappare all’estero; alcune hanno partecipato alla guerra
civile spagnola, in seguito hanno fatto parte dei movimenti resistenziali
nei paesi di accoglienza, subendo anche il carcere e l'internamento. Altre
sette madri costituenti sono nate tra il 1902 e il 1908, hanno quindi
compiuto almeno gli studi non universitari nel periodo liberale, trovandosi
poi a dover fronteggiare le privazioni di libertà del periodo successivo.
Alcune, soprattutto le comuniste, hanno condiviso la sorte dell'esilio.
Le cattoliche hanno trovato nell'azionismo cattolico e nella FUCI, la
Federazione universitaria cattolica, di cui sono diventate anche dirigenti,
il terreno di formazione culturale e politica.
Le 7 madri costituenti più giovani sono nate tra
il 1913 e il 1921, sono cresciute e hanno compiuto gli studi durante il
regime, hanno respirato pienamente l'ideologia fascista. Non hanno avuto
esperienza diretta di attività politica e sindacale. Pur tuttavia
al fascismo si sono ribellate; molte hanno tratto ispirazione dai familiari
perseguitati o vittime del regime e dell'alleato occupante. Il loro primo
apprendistato politico, quindi, si è compiuto principalmente nell'ambiente
privato per poi riversarsi in maniera spesso dirompente sulla scena pubblica.
Quasi tutte, comuniste, socialiste e cattoliche, giovani e meno giovani,
sono state protagoniste del movimento di Liberazione: membri dei CLN,
combattenti nei gruppi partigiani, staffette, organizzatrici dei Gruppi
di difesa della donna, crocerossine. Molte hanno subito arresti, carcere
e confino. Alcune anche l’internamento nei campi tedeschi. Ben 14
delle elette hanno una laurea, le più in filosofia, lettere e pedagogia.
Quattordici hanno lavorato come insegnanti/maestre, alcune di loro sono
state sospese dall’insegnamento. Le altre sono state per lo più
operaie. In alcuni passaggi della vita alcune sono state redattrici/giornaliste,
occupandosi principalmente della stampa e della propaganda rivolta alle
donne.
Quattordici madri costituenti sono sposate al momento dell'elezione,
molte di loro hanno figli. Cinque le “coppie costituenti”,
moglie e mariti entrambi in Assemblea costituente. Per 2 di loro la situazione
familiare avrà ripercussioni sulla carriera politica: isolate progressivamente
dal partito dopo le separazioni, usciranno in breve tempo dall'arena politica.
Una terza, incinta di un uomo sposato, entrerà in forte dissidio
con i dirigenti politici e deciderà di non ricandidarsi alle elezioni
del 1948. Per tutte e tre lo “scandalo”, subìto o provocato,
segnerà la fine dell'esperienza politica. La maggioranza delle
costituenti, ben 8 di loro, si fermerà dopo la prima legislatura;
solo 4 saranno rielette fino alla quarta, tra cui Nilde Iotti, che sarà
eletta ininterrottamente fino alla XIII legislatura nel 1996.
Non tutte le madri costituenti prenderanno parte ai lavori della “Commissione
dei 75”, composta da tre sottocommissioni. Della prima, che si occuperà
dei diritti e dei doveri dei cittadini, farà parte Nilde Iotti
e dal febbraio 1947 anche Angela Gotelli; Maria Federici, Angelina Merlin
e Teresa Noce saranno membri della terza, che si occuperà dei diritti
economico-sociali. Nessuna donna farà parte della seconda, dedicata
all'ordinamento costituzionale. L’attività di queste 5 madri
costituenti si concentrerà soprattutto sul ruolo delle donne nel
nuovo assetto sociale, lavorativo e familiare, riuscendo a far inserire
nella Carta articoli, commi e in alcuni casi poche ma significative parole
(si pensi al “senza discriminazioni di sesso” dell'art. 3
Cost., che dobbiamo a Lina Merlin), che saranno alla base del successivo
sviluppo della legislazione a garanzia dei diritti delle cittadine. Le
altre saranno molto attive in Assemblea generale con interrogazioni su
vari argomenti, non solo concentrati sulle tematiche tradizionalmente
femminili.
Di ognuna di loro abbiamo voluto riportare una breve biografia, utile
ad inquadrare la loro esperienza nella Costituente in un più ampio
contesto storico. Arricchiscono le schede biografiche le relazioni e gli
atti dei lavori preparatori, utili a seguire il filo della loro attività,
nonché una bibliografia essenziale da consultare per approfondimenti.
Nella sezione “Materiali utili”
i link a saggi e video disponibili in rete e utili in chiave didattica.