Consistenza: 1 registro, fascicoli condizionati in 15 buste e 1 scatola (per un totale di 2 metri lineari)

Antonio Meocci, (Grosseto 12 marzo 1912- 17 ottobre 1988) dopo aver frequentato il liceo classico nella città natale, si laurea in lettere e filosofia, frequentando a Firenze gli ambienti letterari di “Frontesapizio” e di “Letteratura”. Impegnato inizialmente nell’insegnamento, intraprende contemporaneamente la professione di pubblicista. A Grosseto fonda  la rivista letteraria “Ansedonia”, rasferitasi poi a Roma e divenuta “Lettere d’Oggi”. Si sposa nel 1943 con Caterina Sellari Franceschini di Scansano. Nello stesso periodo è impegnato nella Resistenza: nominato commissario politico, opera nel territorio dell’Albegna. Nella Tenuta di Campospillo di Tullio Mazzoncini, stampa con Giuseppe Scopetani  e Albo Bellucci un notiziario per la Resistenza, che viene individuato e scoperto dai nazifascisti: evento che porterà alla cattura di Mazzoncini, Scopetani e Bellucci ed allo loro deportazione a Mauthausen. Meocci, scampato alla cattura, entra a far parte del CPLN grossetano, di cui diviene presidente dal giugno al novembre del 1944. Sono anni febbrili in cui si intensifica l’attività culturale e politica: nel 1945 lavora a Napoli chiamato ad occuparsi della riorganizzazione del quotidiano “La Voce”, nel settembre 1945 fonda a Grosseto “L’eco di Maremma”, nel 1946 è a Roma caporedattore de “L’Unità”, successivamente passa alla redazione di “Paese”, poi “Paese Sera”. Collabora con  molti quotidiani, settimanali e riviste fra i quali “La Fiera letteraria”. “Il Telegrafo”, “Vie nuove”, “Corriere del Ticino”, “Rinascita”, pubblicando articoli e racconti. Conclude la sua esperienza giornalistica collaborando con il TG2 tra gli anni ’70 e ’80. Ritorna poi nella nativa e mai dimenticata Grosseto, dove vive gli ultimi anni della sua vita.

Notevole appare anche la sua produzione letteraria: nel 1943 pubblica “Mia terra” una scelta di poesie dal 1936 al 1943; nel 1956 l’antologia “Maremma” per l’editore Vallecchi, ristampata nel 1969; nel 1969 pubblica il romanzo “Maramad” e nel 1971 la raccolta di poesie “Quasi lunare”. Nel 1982 pubblica il romanzo “L’uomo tre occhi”, vincitore del premio nazionale Fortezza del 1982.
Il fondo Meocci, costituito da una prima donazione della famiglia all’ISGREC del 2003, incrementato da una seconda parte confluita all’istituto nel 2009, è parzialmente riordinato e vi si possono rintracciare alcuni nuclei documentari:

I Carteggio personale e privato

II Carteggio relativo alla attività politica e letteraria, alla pubblicazione di opere

III Bozze di poesie, racconti, saggi e articoli editi manoscritti e dattiloscritti, con correzioni e annotazioni

IV Bozze di poesie, racconti, saggi e articoli inediti manoscritti e dattiloscritti, con correzioni e annotazioni

V Numeri di giornali e selezione di pagine con articoli, saggi e recensioni pubblicati dal 1944 di Meocci e altri autori

VI Carte ed oggetti diversi

VII Biblioteca

Bibliografia:

A. MEOCCI, Mia terra, Roma, Istituto grafico tiberino, 1943
Maremma, a cura di A. MEOCCI, Firenze, Stiav, 1961
A.MEOCCI, Maramad, Roma, Barulli, 1969
A.MEOCCI, Quasi lunare, Roma, Barulli, 1971
A.MEOCCI, L’uomo tre occhi, Bologna, Editrice Nuova Fortezza, 1982