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>>> La relazione della Direttrice dell’ISGREC

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Il 9 giugno, alle ore 10, in sala Pegaso del Palazzo della Provincia prenderà inizio una intensa giornata: numerosi interventi e una tavola rotonda. Le presenze locali, oltre al Presidente Turbanti e alla direttrice Rocchi dell’ISGREC che ne è promotore: il Sindaco Emilio Bonifazi e il Presidente della Provincia di Grosseto, Leonardo Marras, i Presidenti della Banca di Credito cooperativo della Maremma Francesco Carri e della Fondazione Cultura del Comune di Grosseto Loriano Valentini. Hanno accolto l’invito a partecipare rappresentanti di Istituzioni e della cultura nazionale: il Giudice della Consulta Giuliano Amato, l’Assessore regionale alla Cultura Sara Nocentini, la Sovrintendente archivistica perla Toscana Diana Toccafondi, il Presidente dell’INSMLI Valerio Onida, il direttore del supplemento domenicale de “Il Sole24ore” Armando Massarenti, il membro della Commissione nazionale per gli anniversari Anna Villari e il professor Nicola Bellini, della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.

Il09.06.14_1 nostro Istituto, nell’attesa di ormai imminenti modifiche di ruoli e compiti delle istituzioni locali, non senza un riferimento alle ristrettezze delle risorse per la cultura, sta riflettendo sul proprio futuro. Abbiamo così in programma una sorta di conferenza di organizzazione, intesa come momento di condivisione, con soggetti locali e non, dei temi della cultura che ci riguarda più direttamente.

Cerchiamo di cogliere nella congiuntura locale quali bisogni potremmo essere nella condizione di soddisfare, quale ruolo possiamo disegnare per un soggetto, com’è il nostro istituto, perché sia una risorsa adatta ai tempi. La Provincia, i Comuni, gli enti con cui abbiamo in corso momenti di progettualità e lavoro culturale sono invitati a riflettere e discutere. Non pensiamo a un dibattito autoreferenziale, ma alla messa a fuoco di temi che a noi paiono di interesse collettivo.

Mancano risorse nella fase che stiamo attraversando, il nesso cultura-crescita-sviluppo-occupazione è un’idea forte, non ancora un fatto. Ma è possibile che si aprano generosi spazi di lavoro culturale, se istituzioni pubbliche e soggetti collettivi, anche privati, accettano di far salire tra le priorità l’uso di risorse per premiare la qualità del “servizio culturale”, concetto che può apparire trito, ma significa cura di archivi, biblioteche, basi di dati per conoscenze diffuse, innovazioni applicate all’educazione, dialogo tra culture.