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Nel corso dell’anno scolastico 2011-2012 l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea ha proposto ai docenti di discipline storico sociali, che insegnano in tutti gli ordini di scuola della provincia di Grosseto (Scuola primaria, Scuola secondaria di I grado e Scuola secondaria di II grado), un questionario finalizzato ad una riflessione sulle problematiche inerenti la professione docente, nell’ambito delle discipline storico sociali e di Cittadinanza e Costituzione.

Alla base di questo lavoro vi sono la Convenzione INSMLI-MIUR, il Protocollo d’Intesa tra l’ISGREC e l’USR – Ufficio XI – Ambito Territoriale di Grosseto, le Convenzioni con il Comune e la Provincia di Grosseto stipulate con la finalità di collaborare con le scuole del territorio.

I recenti cambiamenti e riordini che si sono concretizzati attraverso varie e diverse direttive ministeriali, la nuova composizione e la nuova formazione del corpo docente, all’interno di cambiamenti globali della società e della cultura contemporanee, ci hanno spinto a mettere in atto questa esperienza conoscitiva importante ed utile, al fine di delineare, per l’anno scolastico 2012-2013, nuove potenziali strategie che inducano a ripensare e a rinnovare sia l’insegnamento della Storia che, in particolare, l’aggiornamento dei docenti su contenuti e strumenti didattici.

Giudichiamo questa un’esigenza del momento attuale, anche in considerazione del declino della “fortuna” della materia – disciplina Storia, sempre più sacrificata dalle modifiche degli orari e dalle scarse risorse della ricerca scientifica.

Quella che è stata proposta ai docenti è la versione per alcuni aspetti aggiornata del Questionario che venne somministrato agli insegnanti durante l’anno scolastico 1999- 2000, a ridosso della direttiva Berlinguer che ampliava l’arco temporale della Storia oggetto di insegnamento scolastico, restituendo dignità alla Storia contemporanea nelle classi terminali di ogni ordine di scuola.

Il 4 novembre 1996 il Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer emanò infatti la Direttiva n. 681 e il D.M. n. 682 con i quali, a seguito di un significativo dibattito pedagogico, vennero ridefiniti i programmi educativi per lo studio della Storia contemporanea, ampliando l’attenzione dedicata al Novecento durante gli anni conclusivi di ogni ciclo di studi, a partire dalla Scuola primaria fino alla Scuola secondaria di secondo

Con l’introduzione della nuova periodizzazione si ebbero alcune e non indifferenti modifiche delle disposizioni relative alla suddivisione annuale del programma e l’obbligo di riservare l’anno terminale dei diversi cicli scolastici all’insegnamento/apprendimento della storia del Novecento; vennero inoltre date importanti indicazioni per la formazione in servizio dei docenti. Si trattò, come ricorderemo, di una innovazione di grande rilievo che comportava necessariamente una radicale e complessiva revisione delle modalità dell’insegnamento della Storia e quindi un impegno oneroso e non privo di problemi per i docenti: il che rese non solo opportuno, ma anche necessario un intervento di largo respiro sul terreno della formazione.

Il D.M. n. 682 affidò infatti a delle Commissioni provinciali il compito di definire i fabbisogni formativi relativi all’insegnamento della Storia contemporanea, di programmare interventi sulla base delle risorse strutturali e scientifiche disponibili sul territorio e in stretta relazione con le aspettative dei docenti di Storia.

La Commissione provinciale di Grosseto, prima di procedere all’organizzazione di momenti di formazione e di aggiornamento rivolti a tutti i docenti, decise così di effettuare una indagine conoscitiva, mediante un Questionario che venne somministrato nel corso dell’anno scolastico 1999-2000 ai docenti della Scuola elementare, agli insegnanti di Lettere della Scuola media inferiore e agli insegnanti di Storia della Scuola media superiore. Tale somministrazione avvenne tramite il Provveditorato agli Studi di Grosseto e l’intento fu quello di costruire una mappa delle esperienze formative, culturali e professionali già effettuate dagli insegnanti. I risultati del test, elaborati dall’ISGREC, confluirono nella pubblicazione Insegnanti di storia. Analisi di un questionario agli insegnanti di storia della provincia di Grosseto, curata da Giovanna Leoni, Luciana Rocchi e Andrea Rossi e realizzata nel 2001 grazie al Provveditorato agli Studi di Grosseto e all’ISGREC.

Nei dodici anni trascorsi da quella prima esperienza molte cose sono cambiate nella scuola italiana, che ha visto alternarsi ben tre Riforme: la Riforma Moratti, la Riforma Fioroni e la Riforma Gelmini.

A partire dall’anno scolastico 2003-2004 con la Riforma Moratti, che abolì la Riforma Berlinguer, vennero introdotti due cicli di istruzione: il primo che comprendeva la Scuola primaria e la Scuola secondaria di primo grado; il secondo che comprendeva il sistema dei licei e il sistema dell’istruzione e della formazione professionale. Per quanto riguarda l’insegnamento della Storia, nella Scuola primaria i programmi ministeriali subirono un drastico cambiamento, in quanto nella prima classe era previsto l’avviamento allo studio della disciplina; in seconda la concezione del “tempo” (in generale e del proprio); in terza lo studio dalla Preistoria alla scoperta della scrittura; in quarta lo studio delle civiltà antiche e in quinta lo studio della civiltà romana. Nella Scuola secondaria di primo grado (Scuola media) il programma riprendeva dal Medio Evo, per concludersi al terzo anno con la Storia contemporanea. Di fatto, con tale riforma, scompariva dalla Scuola primaria l’insegnamento della Storia contemporanea.

Successivamente, con la legge n. 169 del 30/10/2008, il ministro Gelmini introdusse nelle scuole di ogni ordine e grado l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”. Nel corso dell’anno scolastico 2011-2012, e quindi a distanza di dodici anni, abbiamo voluto riproporre il Questionario, pur con alcune modifiche, i cui dati, una volta raccolti, analizzati e pubblicati, sono diventati un indispensabile strumento conoscitivo su cui fondare un proficuo lavoro di riflessione. Partendo dagli insegnanti, attraverso la formulazione dei loro bisogni e delle loro aspettative e la segnalazione dei problemi, è stata realizzata una prima definizione della realtà attuale, da cui, grazie a suggerimenti e indicazioni di nuove prospettive, è possibile intraprendere nuove strategie per proporre alle giovani generazioni la conoscenza del lontano e del recente passato, come chiave di lettura della complessità del presente. Il confronto tra i dati raccolti nel corso dell’anno scolastico 1999-2000 e gli ultimi ci ha permesso inoltre di confrontare lo stato della scuola italiana a distanza di dodici anni, in particolare per quello che riguarda i bisogni formativi dei docenti, per poi costruire su questi degli interventi destinati ai docenti dei vari ordini si scuole.

Il nostro lavoro si è pertanto sviluppato in tre momenti:

1) elaborazione e analisi dei dati raccolti con il Questionario somministrato nel corso dell’anno scolastico 2011-2012;

2) confronto dei dati con quelli raccolti nell’anno scolastico 1999-2000;

3) riflessione sui dati raccolti, volta a definire i bisogni formativi e le aspettative dei docenti per dar vita a interventi finalizzati alla loro formazione.